giovedì 8 aprile 2010

La conquista di Singapore

Singapore è il principale centro economico della Malacca; quest’ultima era il più importante possedimento inglese nel sud-est asiatico dato che era ricco di petrolio, gomma e stagno.
Per la sua difesa, il Comandante in Capo, tenente generale Percival, disponeva di 88.000 uomini suddivisi nella 9° e 11° Divisione Indiana e nell’8° Australiana.
Nella mattinata dell’8 dicembre 1941 i giapponesi sbarcarono a Kota Bahru, più di 600 chilometri a nord di Singapore; altre truppe presero terra a Singora e a Pattani (quest’ultima località in Thailandia, paese dove la popolazione accolse con entusiasmo i nipponici che occuparono Bangkok praticamente senza colpo ferire).
Alle 16 i nipponici si impossessarono dell’aeroporto di Kota Bahru mentre, nel frattempo, i velivoli del Sol Levante conquistarono il predominio dei cieli eliminando gli aerei britannici.
Le truppe giapponesi avanzarono velocemente e il 15 dicembre entrarono nel villaggio di Gurun costringendo l’11° Divisione Indiana a ritirarsi verso il fiume Muda. Venne bombardata pesantemente la città di George Town sull’isola di Penang e, nella notte del giorno 16, per ordine di Percival, gli inglesi la evacuarono (lasciando i malesi e gli indiani al loro destino) dirigendosi verso sud.
L’offensiva delle truppe del Sol Levante procedette e il 27 dicembre esse erano in vista di Kampar (sul lato ovest della penisola di Malacca) e di Kuantan (sul lato est). Due giorni dopo la XII brigata appartenente all’11° Divisione dovette abbandonare Kampar ripiegare su Bidor.
Il primo giorno dell’anno del 1942 i nipponici continuarono la loro offensiva verso sud; ad est conquistarono e oltrepassarono Kuantan, a ovest giunsero a Telok Anson; per evitare l’accerchiamento i britannici iniziarono a ritirarsi fino alla linea del fiume Slim nonostante fossero fatte bersaglio dall’aviazione nemica.
In questo settore, l’11° Divisione Indiana, dopo aver respinto un attacco lungo la linea ferroviaria Pinang - Singapore, dovette cedere ai nuovi attacchi condotti con l’appoggio dei carri armati e si attestò più a sud nei pressi di Kuala Kubu.
Il giorno 7 arrivò a Singapore il generale Archibald Wavell.
Il 9 gennaio il III corpo d’armata indiano iniziò la ritirata verso sud lasciando due divisioni a coprire le zone di Seremban e Port Dickson per ritardare l’avanzata giapponese. Ventiquattro ore dopo venne evacuata anche la capitale malese Kuala Lumpur che venne subito occupata dai nipponici.
Il 14 i britannici organizzarono una nuova difesa nella parte meridionale della Malacca, precisamente sulla linea Muar - Segamat - Labis - Mersing. Già la giornata seguente, però, nonostante gravi perdite inflitte da alcuni reparti australiani, i nipponici raggiunsero la sponda settentrionale del fiume Muar.
Il 16 i giapponesi lo attraversarono e conquistarono il villaggio; nonostante i britannici facessero arrivare rinforzi, gli attaccanti li mantennero sempre sotto pressione e concentrarono le loro forze per l’offensiva contro il settore meridionale della penisola della Malacca. Dopo che i nipponici sbarcarono anche a nord di Batu Pahat, il comando inglese ordinò la ritirata per evitare l’accerchiamento.
A Muar la battaglia si concluse con la vittoria giapponese che, il 22 gennaio, sconfisse e annientò la XLV brigata indiana; anche la piazzaforte di Singapore fu sottoposta a sempre più frequenti bombardamenti che causarono molti morti e feriti.
Di fronte alla continua avanzata nemica, il 27 gennaio il generale Percival ebbe, da Wavell, il permesso di ritirare le sue truppe a Singapore nel momento che più riteneva opportuno. La ritirata britannica nell’isola avvenne in parte attraverso Johore Bharu e la diga che la collegava all’isola, in parte via mare; gli uomini fuggirono disordinatamente e la maggior parte della XXII brigata indiana fu tagliata fuori dall’offensiva nipponica.

La conquista di Singapore

Il 31 gennaio 1942, alle 8.15 del mattino, le ultime truppe britanniche si ritirarono nell’isola di Singapore e distrussero la diga di collegamento alla terraferma. La sua difesa venne suddivisa in tre zone: la nord (al comando del generale Heath), la sud (generale Keith Simmons) e la ovest (generale Bennett).
Dopo avere occupato Johor Baru, i nipponici bombardarono, con aviazione e artiglieria, i depositi portuali e l’aeroporto di Kalang. La sera dell’8 febbraio la 5° e la 18° divisione giapponese sbarcarono nella parte nord-occidentale dell’isola, ebbero la meglio sui difensori nemici e avanzarono verso l’importante campo d’aviazione di Tengah, impadronendosene il giorno successivo.
Gli attacchi degli invasori continuarono senza sosta; l’11 il generale Yamashita fece lanciare su Singapore dei volantini con la richiesta di arrendersi ma gli inglesi si rifiutarono. La sera del 12 i difensori ormai si erano ritirati lungo il perimetro difensivo della città mentre i rifornimenti diminuivano sempre di più. Anche i cannoni costieri da 381 mm, che in teoria avrebbero dovuto rendere inespugnabile la piazzaforte, furono resi inoffensivi addirittura prima che sparassero un solo colpo.
Il 15 febbraio, dopo che fu distrutto l’impianto idrico della città, gli inglesi si arresero. Il generale Percival firmò la resa incondizionata alle 19.50 con effetto immediato. I giapponesi fecero 70.000 prigionieri mentre la conquista della penisola malese e di Singapore costò loro 10.000 uomini tra morti, feriti e dispersi.

Nessun commento:

Posta un commento