mercoledì 7 aprile 2010

Le battaglie sui mari (1942, fronte europeo)

Seconda battaglia della Sirte

Nel 1942 Malta era una delle chiavi del successo della Royal Navy nell’affondare i convogli di rifornimento italiani alle truppe dell’Asse presenti in Nord Africa. Dato che la guarnigione inglese sull’isola era, in pratica, a corto di aerei, carburante e munizioni, fu organizzato un convoglio che partì, il 21 marzo, da Alessandria d'Egitto.
La scorta britannica era composta da numerosi cacciatorpediniere, dall'incrociatore antiaereo “Carlisle” e da tre incrociatori leggeri per protezione contro navi nemiche di superficie.
Alle 14:30 gli inglesi scoprirono che non avevano di fronte a loro una piccola forza come si aspettavano, ma un gruppo di incrociatori pesanti scortati da cacciatorpediniere. Il loro convoglio e la sua scorta virarono allontanandosi da Malta, mentre le rimanenti unità alzarono le cortine fumogene e affrontarono gli italiani.
Dopo uno scambio di colpi d'artiglieria, gli incrociatori italiani prima si ritirarono ma poi ritornarono appoggiati dalla corazzata “Littorio”.
La battaglia infuriò per circa due ore e mezzo e, al calare dell’oscurità, la “Havock” e la “Kingston” erano entrambe colpite dai proiettili della “Littorio”. Furono danneggiati anche gli incrociatori “Euryalus” e “Penelope” e i cacciatorpediniere “Sikh”, “Lively”, ”Legion” e “Lance”.
Con il calar della notte gli italiani si ritirarono dalla battaglia dato che, essendo sprovvisti di radar, si sarebbero trovati in difficoltà.
Dopo lo scontro, la maggior parte delle navi di scorta, essendo a corto di carburante, tornò indietro verso Alessandria; i cacciatorpediniere danneggiati e il convoglio, invece, si diressero verso Malta con la “Carlisle”, la “Penelope” e la “Legion”. Questi ultimi furono presi di mira dall'aviazione tedesca che mandò a picco la nave mercantile “Clan Campbell”. Anche la petroliera “Breconshire” fu danneggiata e rimorchiata fino a una baia protetta.
Il giorno dopo gli Stuka affondarono la “Breconshire” (che si capovolse nella baia), altre due navi mercantili e il cacciatorpediniere “Legion”.
Alla fine, delle 26.000 tonnellate di carico spedite da Alessandria, solo 5.000 arrivarono a destinazione.

Battaglia di mezzo giugno

La Battaglia di mezzo giugno si svolse, tra la Regia Marina e la Royal Navy, tra il 12 e il 16 giugno 1942.
Malta continuava a essere d’importanza vitale per i Comandi britannici; infatti, dall’isola si potevano intercettare e affondare i convogli di truppe e rifornimenti destinati alle truppe di Rommel in Nord Africa. La Royal Navy decise, quindi, di organizzare una massiccia operazione per rifornire Malta.
Quest’operazione era divisa in due parti, corrispondenti ai due convogli che dovevano raggiungere l’isola partendo dalle basi di Gibilterra e Alessandria.
Il primo convoglio (operazione “Harpoon”) salpò da Gibilterra il 12 giugno ed era composto da sei mercantili scortati dalla “Forza X” (incrociatore leggero “Cairo”, 9 cacciatorpediniere e due posamine) e dalla “Forza H” (due portaerei, la corazzata “Malaya”, tre incrociatori leggeri e sette cacciatorpediniere). Agenti italiani presenti nella zona informarono Supermarina della presenza del convoglio nemico; il 14, da Palermo, uscì la 7° Divisione Navale al comando dell’ammiraglio “Da Zara” mentre, lo stesso giorno, il convoglio britannico subì i primi attacchi da parte degli aerei italiani e tedeschi di base in Sardegna e Sicilia. Bombardieri e aerosiluranti affondarono prima il mercantile “Tanimbar” e poi danneggiarono gravemente l’incrociatore “Liverpool”.
La mattina del 15 giugno le navi di Da Zara intercettarono quelle inglesi e colpirono seriamente due cacciatorpediniere e l’incrociatore “Cairo”, mentre gli attacchi aerei causarono la perdita di tre mercantili. La sera dello stesso giorno il convoglio britannico capitò in un campo di mine presso Malta e perse altri tre cacciatorpediniere più una parte del carico di un mercantile. Arrivarono a Malta solamente due piroscafi e un posamine che portò a destinazione tutto il suo carico.
Il secondo convoglio (operazione “Vigorous”) partì da Alessandria il 12 giugno ed era composto da undici mercantili scortati da 8 incrociatori leggeri, due pesanti e 26 cacciatorpediniere al comando dell’ammiraglio Philip Vian.
Le forze aeree dell’Asse lo presero subito di mira e due piroscafi furono costretti a dirigersi verso Tobruch.
Supermarina decise di far uscire da Taranto, il giorno 14, una squadra, al comando di Iachino, formata dalle corazzate “Littorio” e “Vittorio Veneto”, da 4 incrociatori e da 12 cacciatorpediniere.
Alle 5 del 15 giugno alcuni aerosiluranti britannici arrivarono sugli incrociatori italiani; uno di loro lanciò, da 800 metri di distanza, un siluro contro il “Trento” che fu centrato in pieno rimanendo immobilizzato. L’incrociatore rimase solamente con la scorta di due cacciatorpediniere ma, intorno alle 10, mentre stava cercando di essere rimorchiato, fu affondato definitivamente da un sommergibile nemico.
Negli stessi momenti altri aerosiluranti, insieme a bombardieri americani, attaccarono il resto delle navi di Iachino ma senza colpire nessuna unità.
Vian, una volta saputo che in zona vi era una grossa formazione nemica, rinunciò a proseguire per Malta e decise di invertire la rotta; durante il ritorno le sue navi furono attaccate da velivoli italo-tedeschi che danneggiarono seriamente il cacciatorpediniere “Hermione” (affondò qualche ora dopo in seguito a un siluro di un sommergibile).
Mentre tornavano verso Taranto, anche le unità italiane furono attaccate dagli aerosiluranti inglesi: fu colpita la “Littorio” che, però, non riportò seri danni.
Il bilancio britannico fu la perdita di due piroscafi mentre gli altri furono costretti a tornare indietro rinunciando alla missione di giungere a Malta.

Battaglia di mezzo agosto

La Battaglia di mezzo agosto si svolse nel Mediterraneo centrale dall'11 al 13 agosto 1942.
Delle sorti dell'isola di Malta parlarono, in un incontro a Klesseheim il 29 e 30 aprile 1942, Hitler e Mussolini. Fu deciso che l’offensiva di Rommel in Nord Africa sarebbe dovuta terminare con la conquista della piazzaforte di Tobruch e le truppe dell’Asse avrebbero dovuto consolidarsi sulla linea Sollum-Halfaya; una volta raggiunti questi obiettivi, le forze aeree sarebbero state trasferite in Sicilia per supportare lo sbarco delle truppe destinate alla conquista di Malta. L’invasione dell'isola fu denominata con il codice “C3” dagli italiani e con “Herkules” dai tedeschi.
L’offensiva tedesca in Africa fu talmente veloce che Rommel decise di approfittarne e chiese a Hitler l’autorizzazione per proseguire fino alla conquista di Alessandria e del Cairo. Hitler, nonostante l’opposizione di Mussolini e di Kesserling, gliel’accordò nel vertice di Derna del 25 giugno. Rommel, quindi, mantenne al suo comando tutti i reparti aerei destinati alla Sicilia e la conquista di Malta da parte dell’Asse fu sospesa.
L'isola, però, per resistere aveva bisogno di rinforzi e rifornimenti; di questo gli inglesi ne erano ben consci visto che la consideravano un avamposto fondamentale nello scacchiere mediterraneo. Per risolvere il problema gli Alleati organizzarono l’operazione “Pedestal”; si trattava di un grosso convoglio, proveniente dall’Atlantico e sotto il comando dell'ammiraglio Burrough, composto da 13 piroscafi e 2 petroliere. La scorta consisteva in 4 portaerei, 2 corazzate, 7 incrociatori, 34 cacciatorpediniere e 8 sommergibili.
Il convoglio e tutta la forza navale di scorta salparono da Gibilterra il 10 agosto e diressero verso il Canale di Sicilia. Fu avvistato subito dalle spie italo-tedesche presenti in zona; i comandi dell’Asse decisero di affrontarlo con la terza e la settima Divisione Navale con l’appoggio di Mas, schellboote, sommergibili e 700 aerei di base in Sardegna e Sicilia.
L’11 agosto un sommergibile tedesco affondò la portaerei “Eagle” e uno italiano speronò un cacciatorpediniere inglese.
Il giorno 12 gli aerei dell’Asse attaccarono il convoglio ma subirono numerose perdite. Durante la giornata danneggiarono il piroscafo “Deucalion”, colpirono la portaerei “Victorious” e costrinsero la “Indomitable” a tornare indietro (visti i numerosi incendi a bordo che le causarono); inoltre affondarono una corazzata, un incrociatore e due cacciatorpediniere.
Al tramonto il grosso della scorta, giunto al largo di Biserta, come previsto abbandonò il convoglio e rientrò a Gibilterra; rimasero con i piroscafi solo 5 incrociatori e 12 cacciatorpediniere. Alle 20 il sommergibile italiano “Axum” lanciò 4 siluri che affondarono un incrociatore e recarono gravi danni a due petroliere (che comunque proseguirono). Aerei tedeschi mandarono a picco due piroscafi e ne colpirono altri quattro; di questi uno fu definitivamente affondato da un sottomarino italiano.
Gli equipaggi dei mercantili, a questo punto, invertirono la rotta per tornare a Gibilterra ma i cacciatorpediniere di scorta li inseguirono per costringerli, invece, a proseguire verso Malta; i Mas, le motosiluranti italiane e gli schnellboote tedeschi approfittarono del fatto che la formazione navale si allungò, distanziando tra di loro le varie unità, per colpire e affondare un incrociatore e 4 piroscafi.
Il giorno 13 gli Alleati persero un altro mercantile e ulteriori due, con la petroliera Ohio, furono colpiti e danneggiati.
Ormai il convoglio, avvicinatosi a Malta, poteva usufruire della protezione aerea dei caccia di base sull’isola e gli attacchi che dovette subire furono sempre meno; alla fine giunsero a destinazione solo 4 piroscafi dei 13 di partenza; anche la petroliera “Ohio” giunse in porto ma affondò subito dopo essere stata scaricata.
Anche se con fortissime perdite gli Alleati riuscirono a rifornire Malta ed essa poté, quindi, essere operativa nella prosecuzione del conflitto.

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